Villa Saffi
Lo stabile, originariamente convento dei Gesuiti (all'esterno della facciata sono ancora visibili tracce della loro cappella), venne acquistato dal Conte Tommaso Saffi, nonno di Aurelio, come residenza estiva nella seconda metà del sec. XVII
Inscindibile è il legame del luogo con la figura di Aurelio Saffi (1819 - 1890), prima Ministro degli Interni, poi Triumviro della Repubblica Romana, uno dei padri del movimento repubblicano.
Saffi risiedette in questa villa dal 1867 al 1890, anno della morte.
Il suo ricordo e quello delle vicende storiche di cui fu protagonista o partecipe sono assai presenti negli arredi e nei materiali cartacei e decorativi qui conservati, senza dimenticare che, ancor prima, la villa fu sede di riunioni carbonare e, in quanto tale, indicata in linguaggio cifrato come Vendita dell'Amaranto.
L'impegno umano, politico e culturale, di cui Aurelio Saffi e la moglie Giorgina Craufurd sono espressione, appare comunque caratteristico della famiglia tutta, dallo zio paterno, Pietro, al padre, Girolamo, alla madre, Maria "Mariuccia"- Romagnoli. Anche Giorgina, la cui presenza è tanto discreta, quanto forte, importante, incisiva per le vicende private e pubbliche del consorte, abitò la villa sino alla morte, avvenuta nel 1911.
Fra i discendenti ricordiamo il nipote Aurelio Enrico, Commissario per l'Accademia di S. Cecilia, fondatore e direttore con Vincenzo Cardarelli della rivista "La Ronda", amico del pittore Amerigo Bartoli, che spesso risiedette in villa e che qui ha lasciato ricordi significativi della sua presenza.
Il fascino che scaturisce dal complesso è accresciuto dall'ampio, suggestivo parco.
Nel luglio 1988 il Comune di Forlì acquisì in proprietà la villa dagli eredi Saffi, aprendola poi al pubblico nel novembre 2002, dopo un importante intervento manutentivo delle strutture architettoniche, dei mobili e delle suppellettili.